JOHN HUNTER

Ann.Ital.Chir 1989;Vol. 60/5 – pag. 462-463
Dal Royal College of Surgeons

John Hunter, che era nato nel 1728, mostrò scarsissimo interesse per i libri di scuola; preferiva osservare la storia naturale di prima mano nei campi della fattoria di suo padre vicino Glasgow.
All’età di venti anni suo fratello maggiore William, medico ed ostetrico, lo invitò a Londra a seguire i suoi corsi alla Scuola di Anatomia, dove egli trascorse molto tempo ad occuparsi delle sue personali ricerche di anatomia. Studiò anche chirurgia al Royal Hospital di Chelsea e successivamente a quello di St. Bartolomew. Nel 1760, dopo venti anni di lavoro nella particolarissima atmosfera della sala dissettoria, gli fu consigliato di trovarsi un’occupazione più salutare. Fu assunto come Chirurgo Militare ed inviato in Francia ed in Portogallo, dove trovò il tempo di proseguire ricerche di storia naturale, compresa la rigenerazione della coda nelle lucertole, il senso dell’udito nei pesci, ed uno studio geologico per cui giunse alla deduzione che il mondo era «vecchio di molte centinaia di migliaia di secoli», contraddicendo così l’età accettata correntemente di più di 6.000 anni, anticipando anche alcune delle idee di Darwin sull’evoluzione.
Dopo il suo ritorno in Inghilterra nel 1763 conseguì il Diploma della Compagnia dei Chirurghi e si aggregò al personale medico dell’Ospedale St. George. Pur continuando i suoi studi biologici la sua pratica privata andò rapidamente accrescendosi ed iniziò anche a formarsi una scuola di allievi. Per tutto il periodo della sua carriera presso il St. George” s Hospital si battè invano perché i chirurghi impartissero lezioni formali.

L’acquisto di una grande casa a Leicester Square gli consentì di raccogliere i suoi propri allievi come residenti e di allestire i numerosi «pezzi» della sua collezione, che rappresentano quasi 500 diverse specie, costituendo un museo sistematico di insegnamento. Da questo momento preferì concentrarsi fondamentalmente sulle lezioni dei «Principi della Chirurgia», facilitando ai suoi allievi l’acquisizione in pratica della conoscenza dell’anatomia, sia normale che patologica, da dimostrazioni dirette sia per dissezione che dalle preparazioni del museo.

La caratteristica più evidente di Hunter fu quella di un insegnamento fatto più di esempi che di precetti. Il suo approccio sperimentale («il vero apprendimento è possibile solo sulla base di ricerche») allo studio della Fisiologia ebbe come risultato una nuova concezione scientifica della chirurgia e, nonostante la sua impegnata professione ed i gravosi impegni didattici, egli trascorse molte ore al giorno in ricerche presso il suo museo.

Sebbene fosse un chirurgo, Hunter considerò la chirurgia come una mutilazione del paziente ed un’ammissione di fallimento delle cure. Egli diceva ai suoi studenti: «i chirurghi tendono a dimenticare che non sono maestri, ma soltanto servitori manuali; essi possono assecondare le forze naturali nelle strutture corporee ma non possono sostituirle ». Il maggiore contributo di Hunter alla chirurgia operativa fu il suo metodo di trattamento con successo dell’aneurisma dell’arteria poplitea — spesso all’epoca di evoluzione fatale — con l’allacciatura a monte, in territorio sano, dell’arteria femorale alla coscia, nel canale poi comunemente noto come «canale di Hunter». Un maggiore contributo alla fisiopatologia fu il suo studio sulla guarigione delle ferite in cui dimostrò come la infezione con suppurazione non era necessaria, come si riteneva, ma una evoluzione negativa del naturale processo di guarigione.

Figlio di un contadino, Hunter conservò per tutta la vita un profondo interesse per gli animali, e la sua collezione di anatomia animale riflette il suo interesse a favore dell’anatomia Comparata piuttosto che soltanto per quella umana. E quindi poco sorprendente che Hunter fu uno dei fondatori del «Royal Veterinary College» nel 1791 di cui fu eletto Vicepresidente. Molti dei suoi allievi contribuirono al progresso della scienza veterinaria oltre che a quello della chirurgia.

Gli onori che gli furono tributati dai suoi colleghi scienziati dimostrano il pubblico riconoscimento che ebbe sia come chirurgo che come anatomico: essi comprendono il ruolo di «Fellow» della «Royal Society» (1767); Chirurgo Straordinario del Re (1776); Membro della «Royal Society of Gothenberg» (1781); Membro della «Societè Royale de Medicine et Academie Royale de Chirurgie» di Parigi (1783); Membro della «American Philosophical Society» (1787); Chirurgo Generale dell’Esercito (1790). John Hunter morì nel 1793.